Tuesday 10 December 2013

The God And King Of All Christians

A multilingual video of ours for your meditation (English, Spanish, French, Italian, Croatian, Russian, Lithuanian, Czech)


http://www.youtube.com/watch?v=81eaIVUsmoc


http://youtu.be/81eaIVUsmoc





Friday 6 December 2013

12 critiche a cui ogni cattolico dovrebbe saper rispondere (di Deal Hudson)

Traduzione di Gabriele Cesarini

(Per il testo in inglese, cliccare su http://thelxx.blogspot.it/2013/12/12-claims-every-catholic-should-be-able.html )


La libertà di espressione è una grande cosa. Purtroppo ciò ha un suo prezzo: quando i cittadini sono liberi di dire ciò che vogliono, a volte usano tale libertà per dire cose piuttosto insensate. È questo il caso delle 12 critiche che andremo a elencare.

Alcune di esse sono molto conosciute, altre sono rare. In ogni caso, se i divulgatori di questi errori sono liberi di promuoverli, noi come cattolici abbiamo il dovere di rispondere.


1. Non esiste una verità assoluta. Quello che è vero per te può non essere vero per me.

Le persone usano spesso questo argomento quando non concordano con una dichiarazione e non hanno altro modo per difendere la loro idea. Dopotutto, se niente è vero per tutti, allora essi possono credere quello che vogliono e non c'è nulla che puoi dire per far cambiare loro idea.

Ma consideriamo un attimo questa affermazione: Non esiste una verità assoluta. Non è questa, in sé, una dichiarazione fatta in modo assoluto? In altre parole, applica alcune regole o criteri validi per tutti - esattamente ciò che i relativisti sostengono essere impossibile. Hanno confutato la loro stessa argomentazione semplicemente esponendola.

Un altro problema riguardo questa dichiarazione è che nessun relativista ci crede realmente. Se qualcuno ti dicesse: Non c'è una verità assoluta, e tu gli dessi un pugno nello stomaco, probabilmente si offenderebbe. Ma per coerenza dovrebbe accettarlo, poiché dare un pugno nello stomaco a qualcuno può essere sbagliato per lui ma non per te.

È per questo motivo che ritorneranno sui loro passi dicendo: Finché non danneggi gli altri, sei libero di fare e credere quello che vuoi. Ma questa è una distinzione arbitraria (oltre ad essere un'altra dichiarazione assoluta). Chi dice che non posso danneggiare gli altri? Cosa significa "danneggiare"? Da dove viene questa norma?

Se questa dichiarazione si basa su preferenze personali, non significa niente per nessuno. "Non fare del male" è in sé stesso un appello a qualcosa di più grande: a una dignità universale della persona umana. Ma di nuovo la domanda è: da dove viene questa dignità?

Come puoi vedere, più ti inoltri in tali questioni, più comprendi che il nostro concetto di giustizia e verità non è arbitrario, ma è basato su una verità universale e più grande al di fuori di noi - una verità scritta nella stessa natura del nostro essere. Noi possiamo non conoscerla nella sua interezza, ma non possiamo negare che esista.


2. Il cristianesimo non è migliore di qualsiasi altra fede. Tutte le religioni portano a Dio.

Se non hai sentito questa affermazione almeno una decina di volte vuol dire che non esci spesso di casa. Triste a dirsi, la persona che fa questa affermazione molto spesso è un cristiano (almeno di nome).

I problemi riguardo questa critica sono piuttosto inequivocabili. Il cristianesimo fa una serie di affermazioni su Dio e sull'uomo: Gesù di Nazareth era Dio, morì e risuscitò - tutto questo perché noi potessimo essere liberati dai nostri peccati. Qualsiasi altra religione al mondo nega questi punti. Quindi, se il cristianesimo è giusto, proclama al mondo una verità essenziale: una verità che tutte le altre religioni rifiutano.

Questo da solo rende unico il cristianesimo.

Ma non finisce qui. Ricordiamo le parole di Gesù nel vangelo di Giovanni: Io sono la Via, la Verità e la Vita; nessuno può venire al Padre se non per mezzo di me. Nel cristianesimo abbiamo la piena rivelazione di Dio all'umanità. È vero che tutte le religioni contengono una misura di verità, la cui quantità varia da religione a religione. Tuttavia, se vogliamo seguire e adorare seriamente Dio, non dovremmo farlo nel modo che Lui ha prescritto?

Se Gesù è veramente Dio, allora solo il cristianesimo contiene la pienezza di questa verità.


3. Il Vecchio e il Nuovo Testamento si contraddicono l'un l'altro in più punti. Se un Dio onnipotente avesse ispirato la Bibbia, non avrebbe permesso questi errori.

Questa è una critica piuttosto comune, diffusissima su internet (specialmente sui siti atei o di libero pensiero). Un articolo sul sito web degli Atei Americani sostiene che ciò che è incredibile riguardo la Bibbia non è la sua origine divina, ma che qualcuno possa credere che un tale miscuglio di insensatezze e contraddizioni siano state scritte da un Dio onnisciente.

Una tesi di questo tipo è spesso seguita da un elenco di "contraddizioni" bibliche. Tuttavia, queste affermazioni sono il frutto di alcuni semplici errori. Ad esempio, i critici leggono i vari libri della Bibbia senza considerare il genere in cui sono stati scritti. La Bibbia è, dopotutto, una raccolta di vari generi di scritti: storia, teologia, poesia, materiale apocalittico, ecc. Se cerchiamo di leggere questi libri rigorosamente nello stesso modo in cui leggiamo i giornali moderni, rimarremo tremendamente confusi.

E la lista delle "contraddizioni" bibliche conferma tutto questo. Prendiamo, ad esempio, la prima citazione contenuta nell'elenco proposto dagli Atei Americani:

Ricordati del giorno di sabato per santificarlo. (Es 20,8)

contrapposta a:

C'è chi distingue giorno da giorno, chi invece li giudica tutti uguali;ciascuno però cerchi di approfondire le sue convinzioni personali. (Romani 14,5)

Ecco! Una chiara contraddizione, gridano gli atei. Ma i critici si dimenticano di dire quello che tutti i cristiani sanno: quando Cristo ha istituito la Nuova Alleanza, le prescrizioni cerimoniali del Vecchio Testamento sono state completate (e superate). È quindi perfettamente logico che le norme cerimoniali del Vecchio Testamento non valgano più peril popolo della Nuova Alleanza.

Se chi obietta avesse compreso questo semplice principio del cristianesimo, non sarebbe caduto in un errore così madornale.

La successiva obiezione nella lista degli Atei Americani è ugualmente infondata:

[...la terra resta sempre la stessa. (Ec 1,4)

contrapposta a:

[...gli elementi si scioglieranno con fuoco ardente, anche la terra e le opere che vi si trovano verranno incendiate. (2 Pietro 3,10)

Il Vecchio Testamento sostiene che la terra durerà per sempre, mentre il Nuovo Testamento dice che alla fine sarà distrutta. Come si conciliano queste due affermazioni? Per la verità è piuttosto semplice e, ancora una volta, bisogna considerare il genere in cui sono stati scritti questi due libri.

L’Ecclesiaste (o Qoèlet), ad esempio, contrappone una visione mondana a quella religiosa, e gran parte di esso è scritto partendo da un punto di vista mondano. È per questo motivo che troviamo passi come: Per stare lieti si fanno banchetti e il vino allieta la vita; il denaro risponde a ogni esigenza (Qo 10,19).

Tuttavia, alla fine del libro, l'autore propone uno sviluppo imprevisto, fa a meno di tutta la "sapienza" precedentemente fornitaci dicendo: temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo per l'uomo è tutto (Qo 12,13).

Se il lettore si ferma prima dell'epilogo rimane confuso quanto il critico degli Atei Americani. Tuttavia, poiché il punto di vista che ha dato origine al concetto di una terra eterna è rifiutato negli ultimi passi del libro, ovviamente non c'è contraddizione con ciò che successivamente sarà rivelato nel Nuovo Testamento. (Questa è solo una delle risposte a questa presunta discrepanza.)

Le altre "contraddizioni" tra Vecchio e Nuovo Testamento possono essere spiegate nello stesso modo. Praticamente ad ogni punto i critici che le usano confondono il contesto, ignorano il genere e rifiutano di dare spazio a interpretazioni ragionevoli.

Nessun cristiano pensante dovrebbe farsi impressionare da queste liste.


4. Non ho bisogno di andare in Chiesa. Quello che conta veramente è che io sia una brava persona.

Questo argomento è usato spesso ed è formulato in malafede. Quando qualcuno dice di essere una "brava persona", vuole dire in realtà che "non è una cattiva persona" - intendendo per cattive persone coloro che uccidono, rubano o violentano. La maggior parte della gente non deve fare molti sforzi per evitare questi peccati ed è sottintesa l'idea: vogliamo fare il minimo necessario per cavarcela. E non è molto cristiano, no?

Ma a parte questa mentalità, c'è una ragione molto più importante per cui i cattolici vanno in Chiesa oltre a quella di sforzarsi maggiormente. La Messa è la pietra angolare della nostra vita di fede perché al suo centro vi è l'Eucarestia. È fonte di vita per i cattolici, i qualicredono che il pane e il vino diventano il vero corpo e sangue di Cristo. Non è semplicemente un simbolo di Dio, ma Dio che si fa fisicamente presente a noi in un modo che non possiamo sperimentare attraverso la sola preghiera.

Gesù ha detto: In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno (Gv 6,53-54). Noi, ogniqualvolta andiamo a Messa, onoriamo il comando di Gesù e confidiamo in quella promessa.

E c'è di più. L'Eucarestia, come tutti gli altri sacramenti, può essere ricevuta solo dai membri Chiesa. Come tali e in quanto corpo visibile di Cristo sulla terra, le nostre vite sono intimamente legate a quelle degli altri membri. La nostra relazione personale con Dio è essenziale, ma abbiamo anche la responsabilità di vivere come membra fedeli del corpo di Cristo. Essere solo una "brava persona" non basta.


5. Non hai bisogno di confessare i tuoi peccati a un prete. Puoi rivolgerti direttamente a Dio.

Come ex ministro Battista posso capire l'opposizione dei Protestanti alla confessione (hanno una diversa concezione del sacerdozio). Ma per un cattolico dire qualcosa del genere... è sconcertante. Essendo la natura umana quella che è, suppongo che alla gente non piaccia raccontare ad altri i propri peccati e che così trovi giustificazioni per non farlo.

Il Sacramento della Confessione è presente nella Chiesa sin dall'inizio e si basa sulle parole stesse di Cristo:

Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi.» Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse:«Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi.» (Giovanni 20,21-23)

Da notare che è Gesù a dare ai suoi apostoli il potere di perdonare i peccati. Naturalmente non avrebbero saputo quali peccati perdonare se non avesse detto loro cosa si intende per peccato.

La pratica della confessione è evidente anche nella Lettera di Giacomo:

Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati. Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti (Giacomo 5,14-16).

È interessante notare che da nessuna parte Giacomo (o Gesù) ci dice di confessare i nostri peccati solo a Dio. Sembrano pensare, piuttosto, che il perdono avvenga attraverso una confessione pubblica.

E non è difficile comprenderne il perché. Come saprai, quando pecchiamo rompiamo il nostro rapporto non solo con Dio, ma anche con il Suo Corpo, la Chiesa (poiché tutti i cattolici sono uniti come figli di un Padre comune). Così, quando chiediamo perdono, dobbiamo farlo nei confronti di tutte le parti coinvolte: Dio e la Chiesa.

Prova a riflettere in questo modo. Immagina di entrare in un negozio e di rubare della merce. In seguito provi rimorso e dispiacere per quel peccato. Come prima cosa puoi pregare Dio che ti perdoni per aver infranto il Suo comandamento. Ma c'è anche un'altra parte coinvolta; dovrai quindi riportare la merce e risarcire la cattiva azione.

Lo stesso accade con la Chiesa. Nel confessionale il sacerdote rappresenta Dio e la Chiesa, poiché noi abbiamo peccato contro entrambi. E quando egli pronuncia le parole di assoluzione, il nostro perdono è completo.


6. Se la Chiesa seguisse veramente Gesù venderebbe le sue sfarzose opere d'arte, le sue proprietà e i suoi edifici per dare il ricavato ai poveri.

Quando alcune persone pensano alla Città del Vaticano, la prima cosa che viene loro in mente è un regno lussuoso, dotato di sontuose stanze per il Papa con scrigni d'oro in ogni angolo, per non menzionare la favolosa collezione d'arte e manufatti dal valore inestimabileSotto questo punto di vista, è facilmente comprensibile che alcuni si indignino di fronte a quella che ritengono essere un'ostentazione della ricchezza.

Ma la verità è un pò diversa. Anche se l'intera struttura è chiamata Palazzi Vaticani, non è stata costruita per essere la fastosa dimora del Papa. In realtà, la parte abitata del Vaticano è relativamente piccola. La parte più grande è destinata all'arte e alla scienza, all'amministrazione e alla gestione del Palazzo in generale. Assieme al Papa vive un certo numero di funzionari amministrativi e religiosi, rendendo così il Vaticano qualcosa come il quartier generale della Chiesa.

Per quanto riguarda la favolosa collezione artistica, una delle più belle al mondo, il Vaticano la considera come "un insostituibile tesoro", ma non in termini monetari. Il Papa non è proprietario di queste opere d'arte e non potrebbe venderle se volesse; esse sono solamente sotto la responsabilità della Santa Sede. L'arte non fornisce ricchezza alla Chiesa; anzi, è proprio l'opposto. La Santa Sede investe un bel pò delle sue risorse per il mantenimento della collezione.

La verità è che la Santa Sede ha un budget finanziario piuttosto ristretto. Perché allora tenere le opere d'arte? Questo si spiega con la nozione di missione (una delle tante) della Chiesa come forza civilizzatrice nel mondo. Proprio come i monaci medievali che trascrivevano attentamente i testi antichi perché fossero disponibili per le generazioni future - testi che altrimenti sarebbero andati perduti per sempre - la Chiesa continua a curare l'arte perché non venga dimenticata con il passare del tempo. Nell'odierna cultura della morte in cui il termine "civilizzazione" viene spesso usato in modo improprio, la missione civilizzatrice della Chiesa è oggi importante più che mai.


7. Il dissenso è una cosa realmente positiva, poiché dovremmo tutti avere la mente aperta a nuove idee.

Al giorno d’oggi si può sentire spesso questa argomentazione, specialmente sulla scia dello scandalo degli abusi sessuali nella Chiesa. Tutti vogliono trovare una soluzione al problema e per fare questo alcuni stanno difendendo idee estranee alla fede cattolica (il sacerdozio femminile, l’apertura all'omosessualità, ecc.). Molti rimproverano la Chiesa di essere troppo rigida nei suoi insegnamenti e di non voler provare nulla di nuovo.

La verità è che molte delle idee riformatrici che oggi circolano non sono affatto nuove e la Chiesa le ha già considerate. In realtà la Chiesa ha speso la sua intera vita a esaminare attentamente le idee e a determinare quali sono in linea con la legge di Dio e quali non lo sono. Ha scartato un’eresia dopo l'altra mentre formulava attentamente i dogmi della Fede. Non dovrebbe sorprendere che oggi esistono migliaia di chiese cristiane - tutte hanno avuto "nuove idee" che la Chiesa ha giudicato estranee al dominio della fede.

La Chiesa ha un importante responsabilità nel proteggere l'integrità della nostra Fede. Non rifiuta mai a priori le idee, come sostengono alcuni dissenzienti, ma ha duemila anni di preghiera e di studio a fondamento dei princìpi che ritiene essere veri.

Questo non significa che dobbiamo essere d’accordo su tutto. C'è sempre spazio per discutere su come approfondire la nostra comprensione della verità - ad esempio, come possiamo migliorare i nostri seminari o le relazioni tra clero e laici - rimanendo sui binari della nostra Fede.


8. Se interpretata correttamente, la Bibbia non condanna l'omosessualità. Piuttosto, si esprime contro la promiscuità, sia omosessuale che eterosessuale. Quindi, non c'è alcun motivo per opporsi alle relazioni omosessuali.

Poiché la pratica omosessuale è sempre più accetta nella nostra cultura, i cristiani saranno sempre più costretti a dare spiegazione della chiara proibizione dell'omosessualità contenuta nella Bibbia. C'è una corrente di pensiero liberale oggi diffusa secondo la quale la Bibbia, se interpretata correttamente, non proibisce l'attività omosessuale.

Ma questa tesi si scontra con passaggi chiari sia del Nuovo che dell'Antico Testamento. In quest'ultimo c'è la famosa storia di Sodoma e Gomorra. Se ricordi, due angeli furono inviati da Dio a Sodoma per fare visita a Lot:

Non si erano ancora coricati, quand'ecco gli uomini della città, cioè gli abitanti di Sodoma, si affollarono intorno alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo. Chiamarono Lot e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo abusarne!». Lot uscì verso di loro sulla porta e, dopo aver chiuso ilbattente dietro di sé, disse: «No, fratelli miei, non fate del male! Sentite, io ho due figlie che non hanno ancora conosciuto uomo; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all'ombra del mio tetto». Ma quelli risposero: «Tirati via! Quest'individuo è venuto qui come straniero e vuol fare il giudice! Ora faremo a te peggio che a loro!». E spingendosi violentemente contro quell'uomo, cioè contro Lot, si avvicinarono per sfondare la porta. Allora dall'interno quegli uomini sporsero le mani, si trassero in casa di Lot e chiusero il battente (Gen 19,4-10).

Il messaggio di questo passaggio è piuttosto chiaro. Gli uomini di Sodoma erano omosessuali che volevano avere rapporti con gli uomini all'interno della casa. Lot offrì loro le sue due figlie, ma essi non erano interessati. Poco dopo, Sodoma fu distrutta da Dio per i peccati dei suoi abitanti - cioè per i loro atti omosessuali. Questo fatto è confermato dal Nuovo Testamento:

Così Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all'impudicizia allo stesso modo, e sono andate dietro a vizi contro natura, stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno. (Giuda 7)

Ma questi non sono gli unici passaggi in cui la Bibbia condanna la pratica omosessuale. L'Antico Testamento contiene un'altra netta condanna: Non giacerai con un uomo così come con una donna; è un abominio. (Le 18,22).

E queste affermazioni non sono limitate all'Antico Testamento.

Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in sè stessi la punizione che si addiceva al lor traviamento. (Romani 1,26-27)

È un’impresa ardua per un cristiano progressista dare spiegazione di questi passi. Semplicemente qui non c'è alcuna menzione di promiscuità gay o stupro; piuttosto, Paolo alza la voce contro qualsiasi relazione omosessuale (che è descritta come contro naturainfameignominiosa).

I cristiani progressisti sono in un vicolo cieco. Come si fa a conciliare l'omosessualità con la Bibbia? La loro soluzione è di spogliare la Bibbia della sua carica morale e di ricorrere a esercizi retorici cercando di eludere il suo chiaro messaggio.


9. I cattolici dovrebbero seguire la loro coscienza in tutte le cose... sia che si tratti di aborto, di controllo delle nascite o di sacerdozio femminile.

È vero; il Catechismo recita: L'uomo ha il diritto di agire in coscienza e libertà, per prendere personalmente le decisioni morali. L'uomo non deve essere costretto ad agire contro la sua coscienza. Ma non si deve neppure impedirgli di operare in conformità ad essa, soprattutto in campo religioso (1782). Questo insegnamento pone l’attenzione su ciò che si intende per libero arbitrio. Ma questo non significa che la nostra coscienza sia libera da ogni responsabilità o che possa ignorare la legge di Dio. È questo che intende il Catechismo quando parla di "coscienza ben formata".

Il Catechismo attribuisce grande responsabilità alla coscienza di una persona:

Presente nell'intimo della persona, la coscienza morale le ingiunge, al momento opportuno, di compiere il bene e di evitare il male. Essa giudica anche le scelte concrete approvando quelle che sono buone, denunciando quelle cattive. Attesta l'autorità della verità in riferimento al bene supremo, di cui la persona umana avverte l'attrattiva ed accoglie i comandi. Quando ascolta la coscienza morale, l'uomo prudente può sentire Dio che parla (1777).

In altre parole, la nostra coscienza non è semplicemente "ciò che pensiamo sia giusto"; è quello che riteniamo giusto basandoci su ciò che conosciamo dell'insegnamento di Dio e della Chiesa. E per arrivare a questo giudizio abbiamo la responsabilità di studiare e pregare seriamente su tali insegnamenti. Il Catechismo ha una sezione dedicata interamente alla formazione prudente delle nostre coscienze: questo ci fa comprendere quanto essa sia importante nel prendere le decisioni giuste.

E alla fine, giusta o sbagliata che sia la nostra decisione, siamo ritenuti  responsabili delle nostre azioni: La coscienza permette di assumere la responsabilità degli atti compiuti (1781). Quando è propriamente formata, ci aiuta a vedere quando abbiamo sbagliato e dobbiamo chiedere perdono per i nostri peccati.

Nel tendere a una coscienza ben formata, sperimentiamo realmente una grande libertà, perché ci avviciniamo alla infinita verità di Dio. Non è un peso o qualcosa che ci impedisce di fare quello che vogliamo; è una guida che ci aiuta a fare ciò che è giusto. L'educazione della coscienza garantisce la libertà e genera la pace del cuore (1784).


10. La procreazione responsabile è solo la versione cattolica del controllo delle nascite.

La procreazione responsabile ha nemici dappertutto. Alcuni credono che sia un'alternativa non realistica al controllo delle nascite (che comunque non ritengono una pratica peccaminosa), mentre altri pensano che non sia peggio di esso. La procreazione responsabile ha dovuto percorrere una sottile linea fra i due estremi.

Prima di tutto, il problema principale del controllo delle nascite è che agisce contro la natura del corpo - e contro la natura in generale. Si prefigge di separare l'atto sessuale dalle sue conseguenze (gravidanza), fondamentalmente riducendo la sacralità del sesso al  mero raggiungimento del piacere.

La procreazione responsabile, quando è usata per motivi giusti, non è solo uno strumento per discernere se una coppia abbia i mezzi (finanziari, fisici o emotivi) per accettare un figlio. Comporta la conoscenza del proprio corpo, la valutazione prudente della propria situazione di vita discutendo l'argomento con il proprio coniuge esoprattutto, la preghiera. Piuttosto che allontanarti dalla realtà della vita sessuale, la procreazione responsabile ti introduce a una migliore comprensione di tutti gli aspetti della sessualità.

Le persone che sono a favore del controllo delle nascite portano a esempio coloro che non possono permettersi altri bambini o che correrebbero rischi per la salute se affrontassero altre gravidanze. Ma questi sono motivi più che legittimi  per i quali la Chiesa consente l'uso, ove perfettamente efficace, della procreazione responsabile.

Altre persone pensano che regolare il numero di componenti della famiglia sia come giocare a fare Dio, piuttosto che lasciare che sia Lui a provvedere ai nostri bisogni. È vero che dobbiamo confidare in Dio e accettare sempre le vite che ci manda, ma non dobbiamo essere completamente passivi al riguardo.

Ad esempio, invece di sperperare il denaro dicendo "Dio provvederà", le famiglie stanno attente al budget delle loro finanze e cercano di non superarne i limiti. La procreazione responsabile è come quel budget che ci aiuta, nella preghiera, a considerare la nostra situazione di vita e ad agire di conseguenza. Fa parte della nostra natura di esseri umani comprendere la nostra essenza e usare la nostra intelligenza e libertà, piuttosto che aspettare passivamente che Dio si prenda cura di ogni cosa. Siamo chiamati a essere buoni amministratori dei doni che abbiamo; dobbiamo stare attenti a non trattare mai quei doni in modo imprudente.


11. Qualcuno può essere favorevole all'aborto e cattolico al tempo stesso.

Se da una parte questo è uno degli equivoci più comuni riguardo la fede dei cattolici, dall'altra è anche quello che può essere più facilmente combattuto. Il Catechismo parla chiaro in tema di aborto: è considerato omicidio ed è un peccato contro il quinto comandamento Non uccidere.

I passi seguenti non lasciano ombra di dubbio: la vita umana deve essere rispettata e protetta in modo assoluto fin dal momento del concepimento (2270), fin dal primo secolo la Chiesa ha dichiarato la malizia morale di ogni aborto provocato. Questo insegnamento non è mutato. Rimane invariabile (2271), la cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana (2272).

Non potrebbe essere più chiaro di così. Alcuni potrebbero obiettare, tuttavia, che essere favorevoli all'aborto non significhi volerlo praticare; molti ritengono che l'aborto sia sbagliato, ma non vogliono imporre questa opinione agli altri.

Sempre la stessa storia: "quello che è vero per te potrebbe non essere vero per me". La Chiesa ha una risposta anche a questo:

I diritti inalienabili della persona dovranno essere riconosciuti e rispettati da parte della società civile e dell'autorità politica; tali diritti dell'uomo non dipendono né dai singoli individui, né dai genitori e neppure rappresentano una concessione della società e dello Stato: appartengono alla natura umana e sono inerenti alla persona in forza dell'atto creativo da cui ha preso origine (2273).

La santità della vita è una verità universale che non può essere mai ignorata. Consigliare a qualcuno l'aborto, o votare per un uomo politico che appoggerebbe la causa abortista, è un peccato grave, perché porta altri al peccato mortale - il Catechismo definisce questo atteggiamento "dare scandalo" (2284).

La Chiesa cattolica è contro l'aborto con forza e con chiarezza e anche noi come cattolici dobbiamo assolutamente prendere posizione.


12. Il ricordo di vite passate dimostra che la reincarnazione sia vera... e la visione cristiana del paradiso e dell'inferno no.

Poiché la società è sempre più affascinata dal paranormale, possiamo aspettarci di udire sempre più spesso dichiarazioni di questo genere. Ci sono organizzazioni che aiutano a rivivere le vite precedenti attraverso l'ipnosi. Se questo può anche convincere qualcuno, certamente non ha nulla a che fare con la tecnica dell'ipnosi. Quasi sin dall'inizio, i ricercatori hanno notato che pazienti in ipnosi profonda producevano di frequente storie elaborate e memorie che successivamente si rivelavano false. I terapisti seri sono ben consapevoli di questo fenomeno e valutano attentamente ciò che il paziente dice sotto ipnosi.

Purtroppo non è il caso di coloro che sono interessati a trovare "prove" della reincarnazione. Forse l'esempio più grande di questa superficialità è il famoso caso Bridey Murphy. Nel 1952 una casalinga del Colorado di nome Virginia Tighe fu sottoposta a ipnosi. Cominciò a parlare con accento irlandese e sostenne di essere stata una donna di nome Bridey Murphy vissuta a Cork, in Irlanda.

La sua storia si trasformò in un libro di successo,  The Search For Bridey Murphy (Alla ricerca di Bridey Murphy), che riscosse molta attenzione. I giornalisti setacciarono l'Irlanda cercando ogni persona o dettaglio che potesse confermare la verità di questa vita passata. Sebbene non sia emerso niente, il caso Bridey Murphy continua a essere usato per sostenere la verità della reincarnazione.

È una vergogna, poiché Virginia Tighe è stata denunciata per frode alcuni decenni fa. I compagni d'infanzia di Virginia ricordavano la sua attiva immaginazione e la sua capacità diinventare storie complesse (spesso raccontate con accento irlandese che imitava alla perfezione). Non solo, ma aveva una grande passione per l'Irlanda, dovuta in parte a un'amicizia con una donna irlandese il cui nome da nubile era - indovinate un pò - Bridie.

Inoltre Virginia riempiva i suoi racconti di numerosi elementi tratti dalla sua vita (senza rivelare all’ipnotista i paralleli). Ad esempio, Bridey descrisse uno "zio Plazz" (Uncle Plazz) che ricercatori entusiasti ritennero una deformazione del gaelico "Uncle Blaise". Il loro entusiasmo fu freddato quando si scoprì che Virginia aveva un amico d'infanzia che chiamava "Uncle Plazz".

Quando una Virginia sotto ipnosi cominciò a danzare una giga irlandese, i ricercatori rimasero sbalorditi. Come avrebbe potuto una casalinga del Coloradoimparare la giga? Il mistero fu risolto quando venne fuori che Virginia aveva appreso la danza da piccola.

Come dimostra il caso Bridey Murphy, sostenere l'esistenza di vite passate fa più colpo della realtà. Ad oggi non esiste un solo esempio di persona che sia regredita a una vita precedente. Certamente sono state raccontate molte storie sotto ipnosi, ma nonostante questo, continuano a sfuggirci le prove della reincarnazione (così come quelle di Babbo Natale).

12 Claims Every Catholic Should Be Able To Answer (by Deal Hudson)

(The original text is on http://catholiceducation.org/articles/apologetics/ap0140.html ;

Freedom of speech is a great thing. Unfortunately, it comes at an unavoidable price: When citizens are free to say what they want, they’ll sometimes use that freedom to say some pretty silly things. And that’s the case with the 12 claims we’re about to cover.


Some of them are made over and over, others are rare. Either way, while the proponents of these errors are free to promote them, we as Catholics have a duty to respond.


1. “There’s no such thing as absolute truth. What’s true for you may not be true for me.”


People use this argument a lot when they disagree with a statement and have no other way to support their idea. After all, if nothing is true for everyone, then they can believe whatever they want and there’s nothing you can say to make them change their minds.

But look at that statement again: “There’s no such thing as absolute truth.” Isn’t that, in itself, a statement that’s being made absolutely? In other words, it applies some rule or standard to everyone across the board — exactly what the relativists say is impossible. They have undone their own argument simply by stating their case.

The other problem with this statement is that no relativist actually believes it. If someone said to you, “There is no absolute truth,” and you punched him in the stomach, he’d probably get upset. But by his own creed, he’d have to accept that while punching someone in the stomach may be wrong for him, it might not be wrong for you.

This is when they’ll come back with an amendment to the original statement by saying, “As long as you’re not hurting others, you’re free to do and believe what you like.” But this is an arbitrary distinction (as well as another absolute statement). Who says I can’t hurt others? What constitutes “hurt”? Where does this rule come from?

If this statement is made based on personal preference, it means nothing for anyone else. “Do no harm” is in itself an appeal to something greater — a sort of universal dignity for the human person. But again, the question is where does this dignity come from?

As you can see, the further you delve into these questions, the closer you come to understanding that our concepts of right and truth are not arbitrary but are based in some greater, universal truth outside ourselves — a truth written in the very nature of our being. We may not know it in its entirety, but it can’t be denied that this truth exists.


2. “Christianity is no better than any other faith. All religions lead to God.”


If you haven’t heard this one a dozen times, you don’t get out much. Sadly enough, the person making this claim is often himself a Christian (at least, in name).

The problems with this view are pretty straightforward. Christianity makes a series of claims about God and man: That Jesus of Nazareth was God Himself, and that he died and was resurrected — all so that we might be free from our sins. Every other religion in the world denies each of these points. So, if Christianity is correct, then it speaks a vital truth to the world — a truth that all other religions reject.

This alone makes Christianity unique.

But it doesn’t end there. Recall Jesus’ statement in John’s Gospel:

“I am the way, and the truth, and the life; no one comes to the Father, but by me.” In Christianity, we have God’s full revelation to humanity. It’s true that all religions contain some measure of truth — the amount varying with the religion. Nevertheless, if we earnestly want to follow and worship God, shouldn’t we do it in the way He prescribed?

If Jesus is indeed God, then only Christianity contains the fullness of this truth.


3. “The Old and New Testaments contradict one another in numerous places. If an omnipotent God inspired the Bible, He would never have allowed these errors.”


This is a common claim, one found all over the internet (especially on atheist and free-thought websites). An article on the American Atheists website notes that “What is incredible about the Bible is not its divine authorship; it’s that such a concoction of contradictory nonsense could be believed by anyone to have been written by an omniscient God.”

Such a statement is generally followed by a list of Biblical “contradictions.” However, claims of contradictions make a few simple errors. For example, critics fail to read the various books of the Bible in line with the genre in which they were written. The Bible is, after all, a collection of several kinds of writing...history, theology, poetry, apocalyptic material, etc. If we try to read these books in the same wooden way in which we approach a modern newspaper, we’re going to be awfully confused.

And the list of Bible “contradictions” bears this out. Take, for example, the first item on the American Atheist’s list:
“Remember the Sabbath day, to keep it holy.” Exodus 20:8
 Versus...

“One man esteemeth one day above another: another esteemeth every day alike. Let every man be fully persuaded in his own mind.” Romans 14:5
There! the atheist cries, A clear contradiction. But what the critic neglects to mention is something every Christian knows: When Christ instituted the New Covenant, the ceremonial requirements of the Old Covenant were fulfilled (and passed away). And so it makes perfect sense that Old Testament ceremonial rules would no longer stand for the people of the New Covenant.

If the critic had understood this simple tenet of Christianity, he wouldn’t have fallen into so basic an error.

The next item on the American Atheist list is similarly flawed:
“...the earth abideth for ever.” Ecclesiastes 1:4
 Versus...

“...the elements shall melt with fervent heat, the earth also and the works that are therein shall be burned up.”
 So, the Old Testament claims that the earth will last forever, while the New says it will eventually be destroyed. How do we harmonize these? Actually, it’s pretty easy, and it again comes from understanding the genre in which these two books were written.

Ecclesiastes, for example, contrasts secular and religious worldviews — and most of it is written from a secular viewpoint. That’s why we find lines like, “Bread is made for laughter, and wine gladdens life, and money answers everything.” (Ecclesiastes 10:19)

However, at the end of the book, the writer throws us a twist, dispensing with all the “wisdom” he’d offered and telling us to “Fear God, and keep his commandments; for this is the whole duty of man.” (12:13)

If a reader stops before the end, he’ll be as confused as the critic at American Atheists. However, since the viewpoint that gave birth to the notion of an eternal earth is rejected in the last lines of the book, there’s obviously no contradiction with what was later revealed in the New Testament. (And this is just one way to answer this alleged discrepancy.)

The other “contradictions” between the Old and New Testaments can be answered similarly. Almost to an item, the critics who use them confuse context, ignore genre, and refuse to allow room for reasonable interpretation.

No thinking Christian should be disturbed by these lists.


4. “I don’t need to go to Church. As long as I’m a good person, that’s all that really matters.”


This argument is used often, and is pretty disingenuous. When someone says he’s a “good person,” what he really means is that he’s “not a bad person” — bad people being those who murder, rape, and steal. Most people don’t have to extend a lot of effort to avoid these sins, and that’s the idea: We want to do the least amount of work necessary just to get us by. Not very Christ-like, is it?

But that mentality aside, there’s a much more important reason why Catholics go to Church other than just as an exercise in going the extra mile. Mass is the cornerstone of our faith life because of what lies at its heart: the Eucharist. It’s the source of all life for Catholics, who believe that bread and wine become the real body and blood of Christ. It’s not just a symbol of God, but God made physically present to us in a way we don’t experience through prayer alone.

Jesus said, “Truly, truly, I say to you, unless you eat the flesh of the Son of man and drink his blood, you have no life in you; he who eats my flesh and drinks my blood has eternal life, and I will raise him up at the last day” (John 6:53-54). We’re honoring Jesus’ command and trusting in that promise every time we go to Mass.

What’s more, the Eucharist — along with all the other Sacraments — is only available to those in the Church. As members of the Church, Christ’s visible body here on earth, our lives are intimately tied up with the lives of others in that Church. Our personal relationship with God is vital, but we also have a responsibility to live as faithful members of Christ’s body. Just being a “good person” isn’t enough.


5. “You don’t need to confess your sins to a priest. You can go straight to God.”


As a former Baptist minister, I can understand the Protestant objection to confession (they have a different understanding of priesthood). But for a Catholic to say something like this...it’s disappointing. I suspect that, human nature being what it is, people just don’t like telling other people their sins, and so they come up with justifications for not doing so.

The Sacrament of Confession has been with us from the beginning, coming from the words of Christ Himself:
“Jesus said to them again, ‘Peace be with you. As the Father has sent me, even so I send you.’ And when he had said this, he breathed on them, and said to them, ‘Receive the Holy Spirit. If you forgive the sins of any, they are forgiven; if you retain the sins of any, they are retained.” (John 20:21-23)
Notice that Jesus gives His apostles the power to forgive sins. Of course, they wouldn’t know which sins to forgive if they weren’t told what sins were involved.

The practice of confession is also evident in the Letter Of James:
“Is any among you sick? Let him call for the elders of the church, and let them pray over him, anointing him with oil in the name of the Lord; and the prayer of faith will save the sick man, and the Lord will raise him up; and if he has committed sins, he will be forgiven. Therefore confess your sins to one another, and pray for one another, that you may be healed.” (James 5:14-16)
It’s interesting that nowhere does James (or Jesus) tell us to confess our sins to God alone. Rather, they seem to think that forgiveness comes through some means of public confession.

And it’s not difficult to understand why. You see, when we sin, we rupture our relationship not just with God, but with His Body, the Church (since all Catholics are interconnected as children of a common Father). So when we apologize, we need to do so to all parties involved — God and the Church.

Think of it this way. Imagine you walk into a store and steal some of their merchandise. Later, you feel remorse and regret the sinful act. Now, you can pray to God to forgive you for breaking His commandment. But there’s still another party involved; you’ll need to return the merchandise and make restitution for your action.

It’s the same way with the Church. In the confessional, the priest represents God andthe Church, since we’ve sinned against both. And when he pronounces the words of absolution, our forgiveness is complete.


6. “If the Church truly followed Jesus, they’d sell their lavish art, property, and architecture, and give the money to the poor.”


When some people think of Vatican City, what they immediately picture is something like a wealthy kingdom, complete with palatial living accommodations for the pope and chests of gold tucked away in every corner, not to mention the fabulous collection of priceless art and artifacts. Looking at it that way, it’s easy to see how some people would become indignant at what they think is an ostentatious and wasteful show of wealth.

But the truth is something quite different. While the main buildings are called the “Vatican Palace,” it wasn’t built to be the lavish living quarters of the pope. In fact, the residential part of the Vatican is relatively small. The greater portion of the Vatican is given over to purposes of art and science, administration of the Church’s official business, and management of the Palace in general. Quite a number of Church and administrative officials live in the Vatican with the pope, making it more like the Church’s main headquarters.

As for the impressive art collection, truly one of the finest in the world, the Vatican views it as “an irreplaceable treasure,” but not in monetary terms. The pope doesn’t “own” these works of art and couldn’t sell them if he wanted to; they’re merely in the care of the Holy See. The art doesn’t even provide the Church with wealth; actually, it’s just the opposite. The Holy See invests quite a bit of its resources into the upkeep of the collection.

The truth of the matter is that the See has a fairly tight financial budget. So why keep the art? It goes back to a belief in the Church’s mission (one of many) as a civilizing force in the world. Just like the medieval monks who carefully transcribed ancient texts so they would be available to future generations — texts that otherwise would have been lost forever — the Church continues to care for the arts so they will not be forgotten over time. In today’s culture of death where the term “civilization” can only be used loosely, the Church’s civilizing mission is as important today as it ever was.


7. “Dissent is actually a positive thing, since we should all keep our minds open to new ideas.”


You might hear this argument a lot today, especially in the wake of the abuse scandal in the Church. Everyone wants to find a solution to the problem, and in doing so some people are advocating ideas that are outside the pale of our Catholic faith (i.e., women priests, being open to homosexuality, etc). A lot of people blame the Church for being too rigid in its beliefs and not wanting to try anything new.

The truth is, a lot of the ideas for reform that are floating around today aren’t new. They’ve been around for a while, and the Church has already considered them. In fact, the Church has spent its entire life carefully examining ideas and determining which ones are in line with God’s law and which aren’t. It has discarded heresy after heresy while carefully building up the tenets of the Faith. It should come as no surprise that there are thousands of other Christian churches in existence today — all of them had “new ideas” at one point that the Church had decided were outside the deposit of faith.

The Church has an important responsibility in protecting the integrity of our Faith. It never rejects ideas out of hand, as some dissenters would claim, but has two thousand years of prayer and study behind the beliefs it holds to be true.

This doesn’t mean that we can never disagree on anything. There’s always room to discuss how best to deepen our understanding of the truth — for example, how we can improve our seminaries or clergy/lay interactions — all within the guidelines of our Faith.


8. “Properly interpreted, the Bible does not condemn homosexuality. Rather, it weighs against promiscuity — whether homosexual or heterosexual. Therefore, we have no reason to oppose loving homosexual relationships.”


As homosexual activity gains greater acceptance in our culture, there’ll be more pressure among Christians to explain away the Bible’s clear prohibition against it. It’s now the standard liberal party line to claim that the Bible — when understood correctly — doesn’t disallow homosexual activity.

But this claim flies in the face of clear passages in both the Old and New Testaments. The first, of course, is the famous story of Sodom and Gomorrah. If you recall, two angels were sent by God to Sodom to visit Lot:
“But before [the angels] lay down, the men of the city, the men of Sodom, both young and old, all the people to the last man, surrounded the house; and they called to Lot, ‘Where are the men who came to you tonight? Bring them out to us, that we may know them.’ Lot went out of the door to the men, shut the door after him, and said, ‘I beg you, my brothers, do not act so wickedly. Behold, I have two daughters who have not known man; let me bring them out to you, and do to them as you please; only do nothing to these men, for they have come under the shelter of my roof.’ But they said, ‘Stand back!’ And they said, ‘This fellow came to sojourn, and he would play the judge! Now we will deal worse with you than with them.’ Then they pressed hard against the man Lot, and drew near to break the door. But the men put forth their hands and brought Lot into the house to them, and shut the door.” (Genesis 19:4-10)
The message of this passage is pretty clear. The men of Sodom were homosexuals who wanted to have relations with the men inside the house. Lot offered them his daughters, but they weren’t interested. Shortly thereafter, Sodom was destroyed by God in payment for the sins of its people — namely, their homosexual acts. This fact is confirmed in the New Testament:
“Just as Sodom and Gomorrah and the surrounding cities, which likewise acted immorally and indulged in unnatural lust, serve as an example by undergoing a punishment of eternal fire.” (Jude 7)
But these certainly aren’t the only passages in the Bible that condemn gay activity. The Old Testament contains another unambiguous condemnation: “You shall not lie with a male as with a woman; it is an abomination.” (Leviticus 18:22).

And these statements aren’t reserved to the Old Testament alone.
“For this reason God gave them up to dishonorable passions. Their women exchanged natural relations for unnatural, and the men likewise gave up natural relations with women and were consumed with passion for one another, men committing shameless acts with men and receiving in their own persons the due penalty for their error.” (Romans 1:26-27)
It’s awfully hard for a liberal Christian to explain this away. There’s simply no mention here merely of gay promiscuity or rape; rather, Paul is weighing against anyhomosexual relations (which he describes as “unnatural,” “shameless” and “dishonorable”).

Liberal Christians are in a bind. How, after all, does one harmonize homosexuality with the Bible? Their solution, it appears, is to strip the Bible of its moral power, and run in rhetorical circles trying to escape its clear message.


9. “Catholics should follow their conscience in all things...whether it’s abortion, birth control, or women’s ordination.”


It’s true — the Catechism says quite plainly, “Man has the right to act in conscience and in freedom so as personally to make moral decisions. ‘He must not be forced to act contrary to his conscience. Nor must he be prevented from acting according to his conscience, especially in religious matters’” (1782). This teaching is at the heart of what it means to have free will.

But that doesn’t mean that our conscience is free from all responsibility or can be ignorant of God’s law. This is what the Catechism refers to as having a “well-formed conscience.”

The Catechism assigns great responsibility to a person’s conscience: 
“Moral conscience, present at the heart of the person, enjoins him at the appropriate moment to do good and to avoid evil.... It bears witness to the authority of truth in reference to the supreme Good to which the human person is drawn, and it welcomes the commandments. When he listens to his conscience, the prudent man can hear God speaking” (1777).
In other words, our conscience isn’t just “what we feel is right”; it’s what we judge to be right based on what we know of the teachings of God and the Church. And in order to make that judgment, we have a responsibility to study and pray over these teachings very carefully. The Catechism has a section dedicated entirely to the careful formation of our conscience — that’s how important it is in making right decisions.

And in the end, whether right or wrong, we’re still held accountable for our actions: “Conscience enables one to assume responsibility for the acts performed” (1781). When properly formed, it helps us to see when we’ve done wrong and require forgiveness of our sins.

By seeking a fully-formed conscience, we actually experience great freedom, because we’re drawing closer to God’s infinite Truth. It’s not a burden or something that keeps us from doing what we want; it’s a guide to help us do what is right. “The education of the conscience guarantees freedom and engenders peace of heart” (1784).


10. “Natural Family Planning is just the Catholic version of birth control.”


Natural Family Planning (NFP) has enemies on all sides. Some believe that it’s an unrealistic alternative to birth control (which they don’t think is sinful anyway) while others think that it’s just as bad as birth control. NFP has had to walk a fine line between both extremes.

First of all, the main problem with birth control is that it works against the nature of our bodies — and nature in general. It aims to sever the act (sex) from its consequence (pregnancy), basically reducing the sacredness of sex to the mere pursuit of pleasure.

NFP, when used for the right reason, is more of a tool used for discerning whether a couple has the means (whether financially, physically, or emotionally) to accept a child into their lives. It involves understanding your own body, taking careful stock of your situation in life, discussing the issue with your spouse, and, above all, prayer. Rather than cutting yourself off from the full reality of sex, you are entering into it with a better understanding of all aspects involved.

People who favor birth control point to those people who can’t afford more children, or whose health might be at risk from further pregnancies. But these are perfectly legitimate reasons to use NFP — situations where it would be perfectly effective — and the Church allows its use.

Other people think that taking any sort of control over the size of your family is like playing God, rather than letting Him provide for us as He sees fit. It’s true that we must trust God and always accept the lives He sends us, but we don’t need to be completely hands-off in that regard.

For example, rather than throwing money around and saying that “God will provide,” families carefully budget their finances and try not to overextend their means. NFP is like that budget, helping us prayerfully consider our situation in life and act accordingly. It’s part of our nature as humans to understand ourselves and use our intellect and free will, rather than passively expecting God to take care of everything. We’re called to be good stewards of the gifts we’re given; we must be careful never to treat those gifts carelessly.


11. “Someone can be pro-choice and Catholic at the same time.”


While this may be one of the most common myths Catholics hold regarding their faith, it’s also one of the most easily dispelled. The Catechism minces no words when talking about abortion: It’s listed with homicide under crimes against the fifth commandment, “Thou shalt not kill.”

The following passages make this clear: “Human life must be respected and protected absolutely from the moment of conception” (2270). “Since the first century the Church has affirmed the moral evil of every procured abortion. This teaching has not changed and remains unchangeable” (2271). “Formal cooperation in an abortion constitutes a grave offense. The Church attaches the canonical penalty of excommunication to this crime against human life” (2272).

It can’t be stated more plainly than that. Some people might argue, however, that being “pro-choice” doesn’t mean being in favor of abortion; lots of people think abortion is wrong but don’t want to force that opinion on others.

There’s that “what’s true for you might not be true for me” argument again. The Church has an answer to that, too:
“’The inalienable rights of the person must be recognized and respected by civil society and the political authority. These human rights depend neither on single individuals nor on parents; nor do they represent a concession made by society and the state; they belong to human nature and are inherent in the person by virtue of the creative act from which the person took his origin’” (2273).
The sanctity of life is a universal truth that can never be ignored. Advising someone to get an abortion, or even voting for a politician who would advance the cause of abortion, is a grave sin, because it leads others to mortal sin — what the Catechismcalls giving scandal (2284).

The Church stands forcefully and clearly against abortion, and we as Catholics must take our stand as well.


12. “People’s memories of their past lives prove that reincarnation is true...and that the Christian view of Heaven and Hell is not.”


As society becomes increasingly fascinated with the paranormal, we can expect to see claims of “past life memories” increase. Indeed, there are now organizations who will help take you through your previous lives using hypnosis.

While this may be convincing to some, it certainly isn’t to anyone familiar with the mechanics of hypnosis. Almost since the beginning, researchers have noted that patients in deep hypnosis frequently weave elaborate stories and memories, which later turn out to be utterly untrue. Reputable therapists are well aware of this phenomenon, and weigh carefully what the patient says under hypnosis.

Sadly, though, this isn’t the case with those interested in finding “proof” for reincarnation. Perhaps the greatest example of this carelessness is the famous Bridey Murphy case. If you’re not familiar with it, here’s a quick outline: In 1952, a Colorado housewife named Virginia Tighe was put under hypnosis. She began speaking in an Irish brogue and claimed to once have been a woman named Bridey Murphy who had lived in Cork, Ireland.

Her story was turned into a bestselling book, “The Search For Bridey Murphy,” and received much popular attention. Journalists combed Ireland, looking for any person or detail that might confirm the truth of this past-life regression. While nothing ever turned up, the case of Bridey Murphy continues to be used to buttress claims of reincarnation.

That’s a shame, since Virginia Tighe was exposed as a fraud decades ago. Consider: Virginia’s childhood friends recalled her active imagination, and ability to concoct complex stories (often centered around the imitation brogue she had perfected). Not only that, but she had a great fondness for Ireland, due in part to a friendship with an Irish woman whose maiden name was — you guessed it — Bridie.

What’s more, Virginia filled her hypnosis narratives with numerous elements from her own life (without revealing the parallels to the hypnotist). For example, Bridey described an “Uncle Plazz,” which eager researchers took to be a corruption of the Gaelic, “Uncle Blaise.” Their enthusiasm ran out though when it was discovered that Virginia had a childhood friend she called "Uncle Plazz."

When a hypnotized Virginia began dancing an Irish jig, researchers were astounded. How, after all, would a Colorado housewife have learned the jig? The mystery was solved when it was revealed that Virginia learned the dance as a child.

As the Bridey Murphy case shows, the claims of past-life regression are always more impressive than the reality. To this day, not a single verifiable example exists of a person being regressed to a former life. Certainly, many tales have been told under the control of a hypnotist, but nevertheless, evidence for reincarnation (like that for the Tooth Fairy) continues to elude us.